I videogiochi e la vita reale

In realtà questo non è un video. Ma nemmeno è una semplice animazione: è una versione di Pacman molto simile all’originale (che compie già 30 anni!), si può giocare con un semplice click su “START GAME” ed alzare un po’ il volume delle casse. Con le freccette della tastiera puoi comandare il tuo “Pacman”.

Ho dedicato molte, molte ore della mia vita ai videogiochi, sin dalla loro preistoria, fino a molto prima che apparissero i PC.

Giocando e vedendo altri giocare, ho potuto osservare inaspettate simmetrie tra tali giochi e certe conoscenze di tipo spirituale, che normalmente ci arrivano molto più in là col tempo nelle nostre vite. Per esempio…

– Se si gioca con timore, con insicurezza, si perde. Allo stesso modo, la paura conduce normalmente al fallimento nella vita reale.

– I videogiochi ci mettono davanti a sfide di complessità crescente. Entrando in un nuovo livello di gioco, come in una nuova sfida nella vita reale, logicamente cerchiamo di applicare le strategie o le conoscenze apprese in tappe anteriori. Ma insistiamo con questi strumenti, quasi sempre inservibili nella nuova situazione, molto più tempo del ragionevole. Tendiamo a posticipare il più possibile il riconoscimento della necessità di apprendere qualcosa di nuovo, di dover crescere…

Imágen del videojuego Tetris, un verdadero clásico

– Inizialente, le nuove sfide che ci presenta il gioco ci appaiono difficilissime da risolvere. E ci diciamo totalmente convinti: “Questa parte del gioco sarà sempre un ostacolo insuperabile per me, e tutto il tempo che gli dedico è inutile”. Poco dopo ci ritroviamo preoccupati per nuovi ostacoli “difficilissimi” da superare, mentre i problemi anteriori ci sembrano semplici, elementari.

– A volte non capiamo il gioco, sentiamo che non ha senso, vogliamo abbandonarlo. Abbiamo bisogno di qualche “istruzione”. Ma non esistono istruzioni. Alle volte ne viene data qualcuna elementare, qualcosa di simile ai “Dieci comandamenti”. Il gioco consiste precisamente nello scoprire da sé come funzionano le cose, tanto in questo mondo virtuale come nel mondo reale.

– Nei videogiochi, molte volte c’è un omino che ci rappresenta, a svolgere le attività, con il quale logicamente ci sentiamo identificati. Se l’omino raggiunge la meta, diciamo “ho vinto”, se non ci riesce diciamo “ho perso”. Allo stesso modo, nella vita reale ci identifichiamo con il nostro corpo e con il nostro ego, e quasi sempre ci dimentichiamo che realmente siamo molto più di questo, che la nostra vera natura è spirituale.

– Nei nuovi “giochi in rete”, tanti bambini giocano nello stesso tempo in un unico “spazio virtuale” al quale ciascuno accede attraverso il proprio PC. Molti di questi giochi sono visivamente molto realistici ed estremamente violenti, e consistono semplicemente nel formare due schieramenti e spararsi con armi molto sofisticate fino a “chiudere con il nemico”. Tale attività non è proprio raccomandabile. Però proseguendo con la analogia, ovviamente non è la vita dei bambini a correre pericolo ma quella dei personaggi che li rappresentano. Loro – i bambini – se ne stanno molto comodi e sicuri, seduti davanti al monitor del loro PC. Nel nostro violento “mondo reale”, alle volte succede qualcosa di simile: anche quando a volte gli ego delle persone si confrontano e addirittura i loro corpi si trovino a litigare tra loro fino a eliminarsi, in ognuno di noi c’è qualcosa di essenziale, invulnerabile, eterno che non può subire danni.

Dibujo de Mario, el protagonista del videojuego Super Mario Bros.

– Nonostante viviamo identificandoci con il nostro ego, a volte ci arriva una precisa informazione che dice, per esempio: “Dobbiamo rilassare la mente, dobbiamo sospendere tutta l’attività dell’ego per cominciare ad agire dal nostro vero Essere”. Ingenuamente, talvolta praticando qualche forma di meditazione, possiamo arrivare a convincerci che siamo infine riusciti a liberarci del nostro ego. Ma probabilmente abbiamo solo smesso di muovere il “joystick” per qualche momento, lasciando completamente immobile il nostro omino… e ancora proseguiamo nello “spazio virtuale” del nostro ego. Non ci siamo alzati realmente dal “nostro posto di fronte al PC”, non riusciamo ancora a prendere coscienza del fatto che qui stesso, in questo preciso momento, mentre giochiamo e impariamo tutto ciò che siamo venuti a conoscere, ci sta aspettando un’altra realtà, infinitamente più complessa e interessante di questa, alla quale apparteniamo davvero, alla quale siamo appartenuti sempre…

Axel Piskulic

Traduzione di Chiara Franchini

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