Indovinelli, scioglilingua e rompicapo

Non lasciarti per un altro momento (illustrazione di Jopi)
Le illustrazioni sono di Jopi

Gli indovinelli, gli scioglilingua e i rompicapo sono intrattenimenti adeguati per i più piccoli. Gli adulti chissà preferiscano fare cruciverba o giocare a sudoku.

Questi giochi sono molto differenti tra loro, ma tutti consistono più o meno nella stessa cosa, trattano di un problema, di maggiore o minore complessità, che dobbiamo risolvere.

I videogiochi sembrano diversi da questi giochi più tradizionali, ma possono anch’essi ricondursi alla stessa formula: ci propongono problemi che dobbiamo risolvere. Ciò vale tanto per il Pac-Man che per il Candy Crush.

Ma con tutti i problemi reali e concreti a cui ci pone davanti la vita ogni giorno, non è un po’ strano che dedichiamo parte del nostro tempo libero a risolvere anche questi altri problemi?

Come è in alto è in basso, come è dentro è fuori

Tutti quelli di noi che si interessano ai temi spirituali, a un certo punto scoprono El Kybalión. Questo libro davvero interessante ci presenta sette principi universali sui quali vale la pena riflettere.

Uno di questi principi, il principio di Corrispondenza, assicura che possiamo sempre scoprire un’equivalenza tra piani differenti, che le stesse strutture si ripetono all’infinito in tutta la Creazione. Per esempio, ciò che percepiamo al nostro intorno è in tutto equivalente a ciò che portiamo dentro. Il mondo che ci circonda sarebbe una proiezione del nostro mondo interiore.

Fare una lista di queste equivalenze tra ciò che portiamo dentro e ciò che vediamo fuori, sarebbe interminabile. Solo un paio di frasi a titolo esemplificativo:

Tutto ciò che ti infastidisce negli altri è solo una proiezione di ciò che non hai risolto in te stesso (Budda)
La vita ti tratta come tu tratti te stessa/o (Louise L. Hay)

Come potrebbero essere certe queste affermazioni se non fosse perché c’è una corrispondenza tra dento e fuori?

Possiamo osservare inoltre un’equivalenza più generale tra l’organizzazione della società, dominata da conflitti che non si risolvono mai, e la struttura del nostro ego, oppure tra i programmi di notizie che vediamo alla televisione e il nostro modo di interpretare ciò che ci succede: in entrambi i casi si tratta di una selezione arbitraria della realtà che si focalizza soprattutto su ciò che succede di negativo.

Molti problemi, un’unica soluzione

Esiste inoltre una corrispondenza tra i giochi e la realtà. Per questo ci interessa giocare.

I giochi possono sembrare molto differenti dalla realtà, ma hanno la loro stessa logica e ci propongono sfide equiparabili a quelle della vita reale.

Ci piacciono i giochi perché ci propongono problemi che possiamo risolvere. Allo stesso modo, anche la realtà ci pone problemi. I problemi della realtà però non sono tanto semplici.

La lezione numero 79 di Un Corso di Miracoli:

Sembri affrontare una lunga serie di problemi, tutti diversi tra loro, e quando se ne risolve uno, ne spunta un altro e poi ancora un altro. Sembrano non avere fine. In nessun momento ti senti completamente libero dai problemi e in pace.

Il mondo sembra presentarti una molteplicità di problemi, e ciascuno sembra richiedere una soluzione diversa. Questa percezione ti pone in una posizione in cui il tuo modo di risolvere i problemi non può che essere inadeguato, così che il fallimento risulti inevitabile.

Nessuno potrà risolvere tutti i problemi che sembra avere il mondo. Questi sembrano manifestarsi a tanti livelli, in forme così diverse e con contenuti così diversi, che crederai di dover affrontare una situazione impossibile.

Se avvertissi il comune denominatore che soggiace a tutti i problemi che ti pare di dover affrontare, comprenderesti che disponi dei mezzi per risolverli tutti.

Sentiamo che la felicità dipende dalla capacità di poter risolvere i problemi che ci impediscono di essere felici.

Un Corso di Miracoli assicura che c’è un unico problema: viviamo separati da Dio, non stiamo sperimentando il fatto che siamo uno con Lui e con i nostri fratelli.

Anche Eckhart Tolle sostiene che c’è un solo problema: stiamo separati dal momento presente, non lo sperimentiamo in maniera piena e cosciente.

Anche per Louise L. Hay c’è un solo problema: non amiamo in modo incondizionato noi stessi.

Sono modi differenti di descrivere la stessa situazione: siamo stati creati per sperimentare una beatitudine piena solo per il fatto di esistere, di essere vivi qui ed ora. In luogo di sperimentare in ogni momento questo benessere completo e perfetto…siamo preoccupati per qualche problema.

Frenó e guardò la quantità di cose buone che le stavano attorno (illustrazione di Jopi)

Liberiamoci per un momento da tutte le preoccupazioni e angosce. Respiriamo lentamente e profondamente. Sorridiamo dentro e dichiariamoci pienamente felici.

Giochiamo a sentirci bene in mezzo ai problemi, un istante alla volta.

È l’unico gioco che vale la pena giocare.

Axel Piskulic

Traduzione di Chiara Franchini

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