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È ora di amarsi…

È ora di amarsi…

Triste destino, quello del cingolo

19 Luglio 201823 Giugno 2024
Cingolo (Zonotrichia capensis)
Cingolo (Zonotrichia capensis). L’illustrazione è di Marcela Castillo Ibáñez.

Il cingolo è un piccolo uccello che abita in tutto il territorio dell’America del Sud. In Argentina lo chiamiamo cingolo, però ha nomi differenti in differenti paesi. Per evitare confusioni, in Wikipedia c’è un articolo che ha per titolo il suo nome scientifico: Zonotrichia capensis.

A prima vista è facile confondere il cingolo con il comune passerotto, che non è originario né dell’America né dell’Europa, ma che oggi è presente in tutte le città.

Il passerotto prospera esclusivamente nei luoghi abitati, non solo perché è molto adattabile, ma anche perché è più aggressivo e opportunista che le specie con le quali compete. Così è riuscito a cacciare altri uccelli autoctoni…come il cingolo.

Si può capire che per molte persone possa essere conveniente vivere in città, nonostante lì ci siano più cemento e asfalto che spazi verdi. Ma pare molto più difficile che un animale, in questo caso un uccello, preferisca un luogo così rumoroso, contaminato ed ostile.

Altre assenti: le farfalle

Già quasi non rimangono farfalle a Buenos Aires. La spiegazione è molto semplice. I bachi delle farfalle nascono da un piccolissimo uovo, attaccato alla foglia di una pianta, ma non di una pianta qualsiasi. Ogni specie di farfalla ha una relazione molto stretta con alcune piante silvestri (a volte con una sola specie), che servono da alimento ai piccoli bachi. Ma queste piante non sono di solito presenti nelle città perché normalmente non sono molto attraenti.

Nel giardino della casa dei miei genitori, che vivono fuori città, è nata spontaneamente una pianta che attraeva le farfalle. Con gli anni hanno imparato tutto sul ciclo vitale della farfalla monarca e ogni primavera preparano nuove piante e vedono nascere decine di queste farfalle. Questo video l’ho registrato lì, con il mio stesso telefono:

Farfalla monarca appena nata

La cosa certa è però che ora la città ha pochissime farfalle. Alle volte le creature più belle e sensibili sono le prime a sparire quando la pazzia della città si estende. D’altro canto altri insetti sembrano rimanere, come gli scarafaggi o le zanzare.

Il nostro “ecosistema” interiore

I nostri stati d’animo sono conseguenza dei nostri pensieri più frequenti. I pensieri positivi provocano emozioni positive, le quali a loro volta ci ispirano nuovi pensieri positivi. La nostra mente si tranquillizza, ci sentiamo bene, ci relazioniamo in modo soddisfacente e siamo più creativi e produttivi. In altro modo i pensieri negativi ci fanno sentire male, ci fanno essere pessimisti, insicuri, diffidenti, e possono arrivare a paralizzarci o portarci alla depressione.

Il nostro ecosistema interiore

Si tratta di due “ecosistemi” ben diversi e ciascuno favorirà la nostra evoluzione in maniera molto distinta. Allo stesso modo le creature più belle e sensibili hanno bisogno per crescere un intorno naturale e favorevole, la nostra vera essenza può svilupparsi ed evolvere in un ambiente interiore adeguato. Come le specie sensibili e delicate, il nostro Essere autentico si ripiega di fronte all’avanzare dell’ego, perché richiede silenzio, quiete, equilibrio, grazia…esattamente il contrario di ciò che preferisce l’ego.

La nostra mente è un terreno fertile. Ciò che seminiamo, raccoglieremo. Solo se ce ne prendiamo cura coscientemente potremo convertirla in un vero giardino.

Axel Piskulic

Traduzione di Chiara Franchini
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